Critica

Critica

Note critiche

 

Rosanna Ninivaggi

 

… Quando l’Ore e le Grazie di soave quadro altamura
Luce diversa colorìano i campi,
E gli augelletti le seguìano e lieto
Facean tenore al gemere del rivo
E de’ boschetti al fremito, il mortale
Emulò quei colori; (…)
E l’arte…
Agevolmente, all’armonia che udiva,
diede eleganza alla materia.
(Ugo Foscolo, Le Grazie, Inno Primo)
Ninfee, arbusti, prominenti cespugli, figure lievemente delineate ad esprimere la caducità che diviene, nella consapevolezza, Imperatrice della scena terrena.
Virtuosa inquietudine, che promana da ineludibile ardore e si rifugia ineluttabile in un giardino di primordiale reminescenza.
Ed in questa malinconia foscoliana, possiamo penetrare l’iconica narrazione di Giorgi …..

Estratto da Giuseppe Giorgi: memorie e racconti, Altamura 2017

 

Carlo Fabrizio Carli

 

terre_rosse

 

… Ma, ecco, il giardino che ispira la pittura di Giorgi non è certo l’ordinata architettura arborea e vegetale che, dal Rinascimento al Barocco, costituì una delle creazioni più straordinarie della cultura artistica italiana e poi francese. Semmai ad intrigare Giorgi è il giardino romantico, interpretato tra Sette e Ottocento dal gusto britannico, fondato sul concetto del libero disporsi e del vasto dispiegarsi – seppur dietro discreta e sapiente regia – dei molteplici elementi naturali: alberi, cespugli, prato, fiori, corsi d’acqua. Anzi neppur questo, a ben vedere, vale ad evocare i giardini dipinti di Giuseppe Giorgi che nulla hanno di ordinato e meno che mai di lezioso ….
Un dipinto recente e assai felice di Giuseppe Giorgi ‘Terre rosse’ (2005), fissa quel momento magico in cui , in un empito parossistico al limite dell’effetto antinaturalistico, il sole al tramonto sembra coinvolgere l’intera natura… in una combustione cosmica. …

Estratto da Giuseppe Giorgi: i colori del silenzio, Ascoli Piceno-Pescara 2005

 

Alfredo Martini

Dietro un albero cosa si nasconde? C’era qualcuno sulle sponde del lago?quadro martini
La porta si è appena chiusa e la tenda è ancora in movimento, chi ha lasciato un attimo fa quella sedia, chi quella finestra? Oppure a muoverla è il vento?
Nessuna storia ci viene raccontata, ci viene invece offerta l’opportunità di crearla.

Estratto da Giuseppe Giorgi: Echi e riflessi dalla natura, Pomezia, 2004

 

 

Luciano Arcangeli

… L’evidente omaggio alla grande tradizione impressionista si traduce non solo nella ricerca quadro arcangelitecnica, particolarmente affinata in questi ultimi anni, ma anche nella volontà di resa sensoriale di uno stato d’animo o di una suggestione ambientale. Un ambiente dove l’uomo è pressocchè assente, ma del quale è il privilegiato abitatore; ecco perché i campi e i giardini, i pergolati in ferro con i rampicanti, i balconi con i vasi, le cancellate dei giardini da cui sporgono siepi fiorite, comunicano nella loro profusione non disturbata da presenze animate, l’incanto tranquillo della natura domestica. …

Estratto da Un giardino ideale, Giuseppe Giorgi opere 1998 – 2000, Roma 2001

Walter Capezzali

….L’Artista ha molti modi di ‘rispettare’ l’oggetto della sua ricerca, senza tradirlo e senza tradire……quadro l'aquila
Quasi mai l’artista ‘fotografa’, quasi sempre si concede il legittimo diritto di ‘leggere’ e, quindi, di ‘interpretare’.
……In effetti, non ci sembra di poter dire che L’Aquila di Giorgi sia una città letta ed interpretata, ovvero ‘piegata’ alle esigenze dell’opera d’arte, magari a scapito della testimonianza storica. La Città c’è tutta, con la sua forte personalità nelle grandi come nelle piccole cose, e vive in questi quadri come vive nella realtà della sua urbana scenografia.

Estratto da Giuseppe Giorgi. L’Aquila: immagine e memoria, Roma, 1994

 

Bruno Mantura

quadro mantura…..Un’altra osservazione: nel tuo lavorosi palesa, e non credo di essere il primoa rilevarlo, un certo gusto per la scenografia. ….
Osservando i tuoi ultimi lavori, nei quali un grande cespuglio, quasi sempre fiorito, occupa un’ampia porzione del campo visivo, per lo più al centro ed in basso di esso, e in secondo piano, come allontanataq, l’architettura esile, mi sembra che nè l’uno nè l’altra occupino tanto posto da non consentire di ‘entrare realmente’ nel dipinto.

Estratto da Giuseppe Giorgi “intorno ad una villa immaginaria” intervista di Bruno Mantura, Roma 1991

 

Guido Giuffré

quadro giuffre… sogni e memoria non hanno confini e trapassano l’uno nell’altra; sono essi il luogo delle lunghe escursioni di Giorgi, delle sue solitudini alitate di voci mute, di invisibili ma presenti e trascorrenti fantasmi.
[…..] Voci, suoni, presenze che in un tempo e in un luogo che non sappiamo sono stati nell’animo nostro, e l’hanno segnato per sempre.

Estratto da Sogni e Memorie, Giuseppe Giorgi, Roma [1989]

 

 

 

Mariano Apa

muro_pamphili

… E, di più, mentre noi guardiamo i suoi eseguiti paesaggi, siamo come invitati a guardare, e a rimanere fermi nella distanza che permette il guardare – che si ‘guarda’ soltanto da distanza prestabilita – i suoi quadri ci guardano partecipando del nostro interiore paesaggio. …..
E mentre i paesaggi ci coinvolgono nel  proporsi ad essere abitati, attraversati dal nostro sguardo, il nostro guardare è ‘distanza’ tra noi e loro, così che un’inquietudine, a un certo punto ci prende, un corto circuito ci rende la poltrona e la stanza e l’interno dove abitiamo come spazio contraddittorio, perché il tempo del guardare si traduce in un tempo quotidiano contrapposto al tempo assoluto del paesaggio. ….

Estratto dalla monografia  Paesaggio domestico, Giuseppe Giorgi. Opere 1986-1988, Roma 1990

 

Vito Apuleo

serra-interno… la semplicità e la naturalezza in Giorgi sono punti di arrivo e non di partenza. Perché le sue forme mostrano qualcosa di personale che scaturisce da una cultura visiva che non rinnegando la tradizione, non teme di riproporre il mito di una pittura felice … e, nello stesso tempo, problematizzante per i sofisticati contorni che le fanno da cornice. …

Estratto da Dai Giardini di Giuseppe Giorgi, Roma 1987

Vito Apuleo

quadro vito apuleoL’ipotesi linguistica sollecitata dalle motivazioni espressive di Giuseppe Giorgi, spazia su un mondo evocativo che estraniandosi dalla realtà contemporaneamente all’interno di essa rimane radicatoper l’ambiguità letteraria che sottolinea i rapporti.  …… Basta soffermarsi su una delle opere più insolite esposta in questa mostra, per averne conferma. Vale a dire su quella composizione ambientata in un interno, stranamente netta nel dato compositivo e chiara negli elementiattributivi: lo spazio della stanza, il letto in un angolo con la sopracoperta a strisce, il cane bianco accovacciato nell’attesa di una improbabile presenza, il contrasto con la spaziatura geometrica della porta che aperta, si affaccia su un buio pieno di mistero.

Estratto da Giuseppe Giorgi. Il perchè del silenzio, Roma 1984

Cesare Vivaldi, 1981

estate… La tradizione dalla quale la pittura di Giorgi nasce è una tradizione chiaramente italiana anche se aperta al gusto europeo e soprattutto francese. Giorgi infatti dimostra di aver messo a frutto la lezione di un Vespignani e quella dei pittori della ‘Scuola Romana’, ma le sue radici si collocano più lontano, in Fattori e nei Macchiaioli, non senza influenze di uno Steinlen o dei maestri Liberty, artisti tutti che si distinguono per il valore che il segno ha nell’economia dei loro mezzi espressivi. …

estratto dalla presentazione  Giuseppe Giorgi, catalogo  per l’Expo Art, New York, 1981

Duccio Trombadori

….La tecnica e la gioia del colore si andranno precisando, credo, in ancora più solide acquisizioni compositive e di “messaggio”: lungi dalle seduzioni puramente formali, incline assai a quella nota di saturnina ed elegiaca “distanza poetica” dal mondo, in cui si risolve il delicato equilibrio di colore dei suoi quadri, come nel sottile rapido, quasi impercettibile e melodioso passaggio dal pallido e profumato viola del glicine a quello vitreo e sibillino del miosotis. ….

estratto dalla presentazione al catalogo della mostra alla Galleria Pinacoteca, Roma1983

Ugo Moretti

periferia
………”siamo qui oltre il muro- dice Giorgi nei suoi quadri – ancora un attimo e saremo dall’altra parte” . Questo scrivevo due anni fa, nelle note necessariamente concise all’ultima Quadriennale che aveva offerto una selezione di pittori giovani le cui opere erano state filtrate e discusse dalla critica nazionale con estrema severità, quale – secondo la critica – bisogna usare con i pittori giovani. A mio parere è Giuseppe Giorgi con la sua pittura ardente e dolente ad essere severo con una certa critica e con una certa situazione estetica e sociale. I suoi personaggi, figli di una periferia incontrollabile, grumi palpitanti di vita, di protesta, di speranza, racchiusi in linee esili ma non fragili, sono passati dall’altra parte del muro ed occupano quella terra di nessuno dove le loro istanze trovano spazio e calore …….

estratto dalla presentazione al catalogo della mostra alla Galleria Apsa 8, Roma 1977

Franco Miele

il rotocalco… l’artista sfugge ai vincoli di una catalogazione e si rivela in tutta la sua autencità, dando liberamente corpo ad immagini sa volte prese a prestito dalla realtà a volte librate sul piano della pura fantasia. Il risultato è sempre seducente grazie al fluido scorrere del segno qua e là sostenuto da incisive  o all’opposto ariose “effusioni” cromatiche, che assolvono quasi il compito di riscattare gli elementi compositivi dallo stato di subordinazioneo comunque di colleganza con i fatti meramente rappresentativie di immergerli al contrario in emotive atmosfere.Prerogativa di Giuseppe Giorgi è di non abusare mai del mezzo espressivo e tanto meno di disperdersi in superflui virtuosismi. In tal senso domina la materia, avendo chiara coscienza di condensare in una essenzialità ritmica anche le più contrastanti ‘trasposizioni’. … La forma si fa significante nei volti attonitidi bimbi o fanciulle, sino a rarefarsi, senza perdere alcuna efficacia, nelle solitare inquadrature cittadine.

Estratto dalla presentazione a Un retroterra di suggestioni nelle composizioni di Giuseppe Giorgi, cat. della mostra alla Grafica della Barcaccia, Roma 1974

Aldo D’Annibale

… E’ un pittore che scrive la sua libertà creativa e umana attraverso una delineazione chiarificante che parte da una decisa volontà pittorica per superare ogni convenzione nella ricerca di una sua verità. Le piacevoli apparenze possono ingannare, sotto le ferme acque dei suoi paesaggi scorrono vene inquiete…….la bravura non è che un velo discreto sulla nostalgia di cose presenti ma già affidate al ricordo, soprattutto nella sobrietà del bianco e nero, dove il segno è casto, la composizione ha rilievo, vigore, un suo suggestivo incanto. …

Estratto da Un retroterra di suggestioni nelle composizioni di Giuseppe Giorgi, Roma 1974

 

 

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